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VI. RESTAURO

...e le carte tornarono a "cantare": il restauro

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Questa ultima sezione è dedicata al restauro, che ha permesso il recupero e la fruibilità di una parte importante del patrimonio antico della Biblioteca di Lingue e Letterature Moderne 1. I libri sottoposti a restauro sono stati 50: tra questi 3 manoscritti (uno databile tra la fine del XV e l'inizio del XVI sec., esposto in mostra; un altro del XVII sec. e l'ultimo ottocentesco; una decina di edizioni a stampa del XVII sec. e i restanti volumi restaurati sono tutte edizioni del XVI sec., molte della quali esposte.

Il progetto, presentato dalla Biblioteca di Lingue e Letterature Moderne 1, è stato finanziato con il contributo della Fondazione Pisa e si è avvalso della collaborazione della Biblioteca Universitaria per la parte tecnica riguardante il restauro. Nel proporre gli interventi di restauro si è tenuto conto di due obiettivi principali: fermare l'avanzare del degrado e permettere nuovamente la fruizione del libro, consentendo di aprirlo e sfogliare le pagine. Il laboratorio che ha realizzato il lavoro è il Centro di Restauro C.P.R.C.A."Conservazione, Progettazione e Restauro Carte antiche", attivo dal 1996, dove le restauratrici Silvia Gazzina e Rita Scarselli, adottano le diverse tecniche di un restauro conservativo, con interventi e materiali prevalentemente reversibili, tenendo conto della natura dell'opera senza modificarne la funzione originale. Partendo da queste considerazioni le operazioni di restauro eseguite per i preziosi volumi del fondo antico della Biblioteca sono state condotte con il sussidio di test e indagini di laboratorio: in fase preliminare le puliture a secco hanno permesso di eliminare lo sporco superficiale; l'interventi per via umida sono stati eseguiti, ad esempio sul volume Le metamorfosi di Ovidio (in mostra), con le precauzioni necessarie a proteggere inchiostri e colori solubili in acqua e i processi di deacidificazione, finalizzati primariamente alla conservazione delle opere.

La scelta dei materiali è stata fondamentale nelle fasi di consolidamento e di integrazione delle lacune di volumi come Varietà di secreti della signora Isabella Cortese, molto danneggiati da un forte attacco microbico, che ne impediva la fruibilità: i supporti e i consolidanti hanno dovuto adeguarsi all'originale sia dal punto di vista meccanico che estetico, dando nuovamente la possibilità alle carte di "cantare".
La stessa importanza è stata data a quanto impiegato nella ricucitura e nella legatura: fili, corde e linguette di pelle dovranno garantire stabilità e durata. Su molti volumi è stato praticato il "piccolo restauro", o restauro senza smontaggio, che consente il ripristino delle strutture originali e la messa in sicurezza dei frammenti di legatura che rischiavano di andare perduti sui volumi come nell'Opera di Santo Antonino e il manoscritto delle Prediche di Padre Carlo da Finale.
Nei casi in cui sia stato effettivamente necessario sostituire la legatura originale sono state studiate soluzioni che ad un ottima funzionalità hanno unito scelte filologicamente corrette.