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III. LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Dal Classicismo alla Controriforma
Nel Cinquecento, secolo fondamentale per la letteratura e la fissazione
grammaticale della lingua italiana, convivono esperienze diverse. Nella
prima metà del secolo domina l'ideale classicista, basato sull'imitazione
dei modelli prestigiosi del passato, primi tra tutti Petrarca per la poesia e
Boccaccio per la prosa (mentre l'eclettismo e l'irriproducibilità di Dante lo
lasciano un po' ai margini del canone). All'ortodossia classicista nella lirica
si affiancano altri tipi di produzioni in versi, come le Macaronee di Teofilo
Folengo (1518), che portano al massimo livello espressivo una lingua mista
di morfologia latina e di lessico volgare, emiliano e veneto soprattutto.
La stampa, che trasforma progressivamente i modi di diffusione della
cultura, risponde alle richieste del pubblico producendo edizioni sia dei
trecentisti italiani sia dei moderni sempre più accurate nel testo e regolarizzate
nella lingua: per la letteratura, dominano le stampe di piccolo
formato, adatte alla lettura privata per "diletto". Un pubblico progressivamente
più vasto domanda lirica di impronta petrarchesca e poemi in
ottave, in versi, mentre in prosa predilige le novelle, i dialoghi di ascendenza
classica sulle questioni più diverse (la lingua, la vita sociale, il mondo
naturale) e le raccolte epistolari.
Intorno alla metà del secolo il clima culturale muta repentinamente: il
Concilio di Trento (1545-1563) impone una nuova ortodossia, che si riflette
anche nella scelta dei temi e dei modi letterari. Non poche opere, tra
le quali il Decameròn di Giovanni Boccaccio e, tra i moderni qui esposti,
la Circe e i Capricci del bottaio di Giovan Battista Gelli, furono ritenute
non rispondenti alla morale controriformista, e vennero perciò inserite
nell'Index librorum prohibitorum, cioé nell'elenco dei libri di cui era punita
la stampa, la vendita e perfino il possesso. La messa all'Indice non ne diminuiva
però la richiesta: non furono quindi rare, tra la seconda metà del
Cinquecento e il Seicento, le stampe emendate e riscritte per permetterne
la diffusione.