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III. LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
L'uso dei classici nella letteratura umanistica e politica del Cinquecento
Il secolo XVI, centrale per la nuova affermazione della lingua italiana,
usata in tutte le forme e i modelli letterari (quelli di imitazione delle opere
greco-romane e quelli più popolari), è anche un secolo di gravi travagli e
di profondi cambiamenti. L'Italia, persa la sua provvisoria indipendenza,
diventa campo delle vecchie e nuove potenze europee; e la Chiesa romana
perde la tradizionale unità disciplinare dell'occidente europeo, e reagisce
stringendo le redini della libertà intellettuale.
Ma la debolezza politica e morale dello spazio italiano è ancora, almeno
in parte, compensata dal grande patrimonio umanistico.
I tre libri qui esposti (stampati in diversi momenti tra gli anni del pieno
Rinascimento e i primi anni del Seicento) documentano ciascuno, insieme
al peso decisivo dei grandi modelli antichi, l'urgenza che era conseguenza
delle nuove questioni italiane.
Il Libro del Cortegiano di Baldassar Castiglione, stampato la prima volta
a Venezia nel 1528, ma poi best-seller indiscusso della prosa del secolo, è
un dialogo di modello ciceroniano e platonico nel quale viene delineato
il profilo di una figura essenziale nelle corti (cioè nelle strutture sociali
di supporto dei "principi", i veri monarchi di signorie, ducati, marchesati
ecc.). Questo libro, ispirato dalla situazione ancora fluida dei primi decenni
del Cinquecento, finirà per costituire un libro istruttivo utile per ogni
giovane appartenente agli strati che non fossero socialmente "bassi', cioè
commercianti o artigiani.
Ma il Cortegiano non era più, nel pieno Cinquecento, adatto a parlare
di potere. Le corti italiane, dopo l'affermazione dell'egemonia di Carlo V
e dei suoi successori, non avevano più la stessa importanza.
Il tema che si afferma nell'ultima parte del secolo si ispirerà perciò; a
altre esigenze e modelli: non Cicerone nè Platone, ma Cornelio Tacito,
lo storico autore di Annales e Historiae, cioè colui che ha raccontato i segreti
delle monarchie imperiali, sarà l'ispiratore di chi tratta della politica
nuova.